LA METAFORA DEL KINTSUGI

Le cicatrici in oro

In Giappone quando un vaso o un contenitore prezioso cadono frantumandosi in svariati pezzi viene utilizzata la tecnica del Kinstugi: la ceramica viene ricomposta mediante l’infusione di un metallo prezioso che rimette insieme i cocci ridonando vita all’oggetto.

I metalli che vengono utilizzati sono l’oro e l’argento al posto della colla; in questo modo la tecnica del Kinstugi va ad impreziosire l’oggetto aggiungendo valore e rendendolo unico. Si perché ogni ceramica così riparata diventa unica ed irripetibile proprio per la caratteristica dei segni e delle linee che ne raccontano la storia e che la distinguono da qualsiasi altro simile.

Se ci pensiamo in Occidente accade il contrario: l’abitudine che abbiamo è quella di raccogliere i cocci rotti e buttarli. Chi vive in Occidente fa fatica a far pace con le crepe, le rotture, perché ciò che è rotto non è amabile, accettabile, non ha valore.

Il pensiero orientale ci riporta alla possibile compresenza degli opposti: la vita è integrità e rottura insieme, amore e dolore allo stesso tempo. Anche ciò che è rotto, inutile, ha un valore.

Perché una metafora?

La tecnica del Kinstugi ci invita a riflettere sul significato che diamo alle spaccature, ai fallimenti, alle ferite della nostra vita.

La consapevolezza che il dolore è parte della Vita, la parte più preziosa e che è proprio il dolore che ho vissuto nella mia storia a dare valore alla persona che sono oggi.


La metafora del Kintsugi ci insegna a valorizzare le nostre ferite e a dare un senso agli eventi dolorosi del nostro passato. Il dolore ci insegna, ci dice che siamo vivi, ci cambia. Perché nessun dolore lascia indifferente, è sempre portatore di un cambiamento.
Possiamo dunque decidere di guardare al nostro passato e considerare quanto siano state terribili alcune esperienze oppure accettare di vederle come essenziali e fondamentali momenti di crescita e così trasformarle in oro.

Perché ciò che ci rende unici e irripetibili sono proprio quelle cicatrici che segnano la nostra vita e dalle quali di volta in volta siamo in grado di ricomporci in una meravigliosa opera d’arte.

I Giapponesi lo riconoscono e ce lo ricordano attraverso l’oro.

Un commento

  • Barbara

    È un arte meravigliosa e delicata….quella del kintsugi e con molta pazienza e perseveranza….noi occidentali forse ci riusciamo a rimettere insieme i cocci….quello che non sempre si riesce a fare…..è avere cura di quel capovaloro ogni giorno perché noi non siamo più abituati a guardare con occhi curiosi cose uniche.

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